False notizie stampa del 12.10.2024
- Amministrazione
- 17 ott 2024
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Con sentenza della Corte di cassazione Sez. 5 n. 44652 del 19.10.2021 è divenuta definitiva la condanna penale inflitta con sentenza della Corte di appello di Catanzaro del 14.1.2021 del Sig. Carchidi Gabriele nato a Cosenza il 12.11.1964 per il reato di “diffamazione continuata a mezzo stampa commesso ai danni di Domenico Fiordalisi con commenti offensivi della sua reputazione aventi ad oggetto l’attività di magistrato di pubblico ministero”
I reati sono stati commessi con gli articoli di giornale del 25.1.2015, 7.2.2015 e 13.2.2015 aventi lo stesso contenuto: “Vincenzo Mancino aveva registrato Fiordalisi mentre gli chiedeva i soldi”.
Con altro articolo del 12.10.2024 “Paola il ritorno di Fiordalisi …” edito su “Jacchitè”, quotidiano iscritto nel “registro della pubblica stampa del Tribunale di Cosenza”, di cui è direttore responsabile lo stesso Gabriele Carchidi, Saverio Di Giorno scrive:
“e a proposito di tasche Fiordalisi lo troviamo nel ’91 intento a chiedere 20 milioni di vecchie lire.
Un perito tecnico del Tribunale di Paola lo accusò di avergli estorto 20 milioni di vecchie lire per farlo uscire da un processo che lo vedeva coinvolto per detenzione di armi che erano del padre di questi, trovato morto nella propria abitazione.
Il perito portò come prova una registrazione del colloquio fra lui ed il pm che nel processo però venne scartata.
Fiordalisi ne uscì assolto per insufficienza di prove, ma venne allontanato dal Tribunale per incompatibilità ambientale”.
Nell’articolo viene poi riportata la trascrizione della conversazione che sarebbe stata udita dall’ispettore del Ministero dr. Granero, senza precisare che la registrazione è stata ufficialmente dichiarata falsa e che lo stesso Ispettore dr. Granero ha poi dubitato della veridicità del suo contenuto!
La vicenda, infatti, è stata chiarita con sentenza definitiva della Corte di appello di Messina n. 255/94 reg. sent. n. 25/93 reg. gen. del 23.3.1994 dep. 7.4.1994 nella quale è scritto:
“Dall’espletamento della perizia risultava che il contenuto della microcassetta era indecifrabile…il comportamento tenuto dal Mancino in tutta la vicenda appare subdolo, callido e animato da forte astiosità”
“Il Mancino dice il falso…il suo intento era quello di provocare un provvedimento disciplinare a carico del Fiordalisi con conseguente sottrazione allo stesso della inchiesta a suo carico.
Dalla consapevolezza della obiettiva gravità della propria posizione processuale derivava l’improrogabile esigenza di ottenere in qualche modo che l’indagine venisse sottratta al magistrato che la stava conducendo con tanta tenacia e determinazione.
…Tutte tali incongruenze possono trovare una sola spiegazione logica e cioè che la conversazione del 23.10.1991 non è stata mai registrata e che la microcassetta consegnata alla P.S. e quella fatta ascoltare al Dr. Granero siano dei falsi predisposti dal Mancino, il quale è bene ricordarlo è anche un tecnico fonico.
Del resto, va rilevato che lo stesso dr. Granero dopo aver accettato acriticamente la denuncia fatta dal Mancino e la prova dallo stesso fornita, ha successivamente avuto notevoli dubbi esternati il 23.12.1992 al CSM di una menzogna del Mancino persona poco trasparente.”
Alla fine della sentenza i giudici esprimono in modo netto la propria
“convinzione che il Mancino abbia costruito in laboratorio la microcassetta spacciata come registrazione di detto colloquio…Mancino ha dato definitiva dimostrazione della propria attitudine alla manipolazione della prova” p.q.m. …il fatto non sussiste”.
La sentenza dei giudici di Messina è divenuta definitiva.
Conclusione
IL PM Fiordalisi nel ’91 non era “intento a chiedere 20 milioni”.
Il PM Fiordalisi non è stato “assolto per insufficienza di prove”, bensì perché “il fatto non sussiste” e la cassetta prodotta da Mancino al dr. Granero era falsa. Nessuno lo ha “allontanato dal Tribunale”.
Lo stesso ispettore dr. Granero ha riferito poi al CSM della sua convinzione di una menzogna del Mancino persona poco trasparente.
Il PM Fiordalisi è stato denunciato perché stava indagando “con tanta tenacia e determinazione” sulla pistola a matricola abrasa dalla quale erano partiti i due colpi contro il padre del perito balistico dell’omicidio del Sostituto procuratore generale della Cassazione Antonino Scopelliti, nello stesso luogo ove erano custoditi i reperti (quattro giorni dopo tale omicidio).
Le falsità contro il dr. Domenico Fiordalisi scritte nei tre articoli diffamatori del 2015 oggetto di condanna penale definitiva del Sig. Carchidi Gabriele sono state reiterate nel giornale da lui diretto denominato Jacchitè in data 12.10.2024, per continuare a ledere ingiustamente la sua reputazione di magistrato.
E’ un fatto notorio, infine, che il Sig. Carchidi Gabriele ha subito numerose condanne definitive per reati di diffamazione a mezzo stampa commessi col quotidiano da lui diretto.
Roma, 17.10.2024 Domenico Fiordalisi
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